Ottella
“Il valore di un’idea sta nel metterla in pratica” ripeteva Thomas Edison. Lodovico Montresor, papà di Francesco e Michele, che ne hanno raccolto insegnamenti e testimone all’Azienda Agricola Ottella, era un uomo dal cuore grande, di vedute ampie e lungimiranti. Artista e stimato collezionista di opere d’arte, era anche uomo legato ai valori della terra: aveva proseguito nella conduzione della proprietà agricola di famiglia avviata da suo padre Giovanni ed ancora prima dal nonno, suo omonimo, Lodovico.
È un giorno del 1964, quando Lodovico Montresor accoglie nella villa di famiglia a Peschiera, il professor Vescia dell’Università di Brescia e l’ingegner Turlini: due suoi amici con i quali condivide un’idea da mettere in pratica. Proprio come sarebbe piaciuto a Thomas Edison. Ed è proprio ciò che i tre, da quel giorno, si mettono in testa di fare: disegnare e conferire al Lugana una sua conformazione geografica, delimitarne un territorio, timbrarne un’identità, in parole spicce dargli una casa e una sua dignità riconoscibile. Il risultato è la nascita della denominazione d’origine tre anni dopo, nel 1967.
Il Lugana, una scodella argillosa decantata dai versi di Catullo, su un suolo di origini glaciali, raccolto in un fazzoletto a ridosso della sponda meridionale del Lago di Garda. Un vino legato da un cordone ombelicale mai reciso al suo vitigno, il Trebbiano di Lugana, chiamato qui Turbiana.
Ottella è oggi una realtà di 90 ettari in Lugana. L’Idea è di fare vini fini ed eleganti, certo, ma sempre con una precisa identità, in modo da comunicare ciò che siamo” sottolineano Francesco e Michele. Ed i risultati sono tangibili, come testimoniano i tanti riconoscimenti che, da anni, Ottella ottiene sulle migliori guide e riviste del settore. Ma non è tutto, c’è di più. Come già abbiamo detto, Lodovico Montresor era un uomo la cui vita è trascorsa a remare sulla corrente di un connubio, quello del vino sposato all’arte. Passione questa, trasmessa ai suoi figli.
La stessa architettura della nuovissima sede dell’azienda, ricalca arte e futuro. Vino accompagnato da dipinti e sculture, il tratto di famiglia. Lodovico ci ha lasciati da qualche anno, ma il primo ad essere felice nel vedere come i suoi figli han saputo proseguire, quanto tanti anni fa, lui stesso, aveva tracciato, sarebbe proprio lui.
Oggi Francesco e Michele, portano avanti con successo la tradizione vinicola della propria famiglia.
Una storia italiana, di quelle belle.